BMW Z3 M Coupè. Cavalleria pesante.

09/09/2022

 

Motore grosso, auto piccola. Non serve Mago Merlino per centrare una delle formule costruttive meglio riuscite di sempre. Oramai è impossibile vedere un’auto sportiva fatta secondo dei canoni classici, esattamente come le leggendarie AC Cobra di Carroll Shelby. 



Inutile fare tanti giri di parole. A chi piace la guida nuda e cruda vuole un’auto leggera, a trazione posteriore, cambio manuale e di carattere. Quando la BMW presentò la Z3 M  nel 1997 fece scalpore in quanto aveva letteralmente rielaborato una normale Roadster e le aveva donato un carattere aggressivo come mai prima d’ora. I tecnici  di  Monaco  avevano  trapiantato  il motore 6 cilindri da 3.2  litri  del la  M3 E36 da  321  CV: un salto da giganti, se si pensa che la 1.8i base aveva soltanto 116 cavalli! La BMW Z3 M  è  stata la prima BMW ad essere prodotta in America, nello stabilimento di Greer nella Carolina del Sud. Costruita in  oltre  15.000  esemplari  di  cui  circa 10.000  riservati  al  mercato  USA,  fu considerata  una vera e propria  “instant  classic” sin dall’inizio. Al di là della popolare Roadster, è la versione Coupé della BMW Z3M che fece discutere gli appassionati: ieri come oggi è una vera icona di stile! Per via dei suoi 2 posti secchi e il largo bagagliaio all’epoca ci fu chi la immatricolò come autocarro, vero espediente per ridurre i costi fiscali!



La BMW Z3 M si distingue per la scocca allargata e la sua linea muscolosa ma al tempo stesso seducente. Una vera icona BMW, è una di quelle auto prodotte dalla M Division che fa discutere. Una sportiva che si distingue oggi per l’assenza di controlli elettronici, la presenza del solo cambio manuale e di un carattere di guida tutt’altro che facile. La potenza e l’esuberanza del motore facevano sì che i possessori di Porsche e Ferrari dell’epoca erano soggetti a “paghe” brucianti ogni volta che ci si trovava a fianco di una BMW Z3M al semaforo!



A patto di mantenere i nervi saldi e dare fondo a tutta la propria esperienza di guida, la  “BMW Z3 M  Roadster”  era ed è croce  e  delizia  di  ogni  appassionato  di  “sportive  vere”. Inconfondibile per i suoi parafanghi allargati e  per lo splendido disegno dei cerchi , è ad oggi un’auto difficile da trovare. Dei 3840  esemplari  destinati  ai  mercati  europei  e  con guida  a  sinistra,  in  Italia  ne  sono  arrivate  soltanto  200  circa: difficile pertanto reperirne una in condizioni di assoluta originalità.



Guidare oggi una BMW Z3 M è una prova di coraggio. L’assenza del multi-link posteriore, sostituito da un più convenzionale mono braccio, l’assetto non eccessivamente rigido e l’esuberanza del motore ne fanno un’auto che testa la mascolinità di qualsiasi guidatore. L’inserimento in curva non è rapido se confrontato con le auto di oggi, ma offre livelli impareggiabili di feeling con l’avantreno e il retrotreno. La distribuzione dei pesi ne fa un’auto difficile da gestire una volta che si cerca il limite e pertanto è consigliabile ricercare la prestazione assoluta in pista. 



Tuttavia, sulle strade normali, la BMW Z3 M è una vera GT: comoda ma sempre con il suo cipiglio sportivo, è un’auto che riporta ad altri tempi. Bella nella sua linea avveniristica e massiccia, è un’icona degli anni 90. Brutale quanto seducente, è un’auto che è stata irripetibile: tale aggressività e muscolosità non sono state riprese nemmeno dalla BMW Z4 M, che a suo tempo era più raffinata, sebbene mantenesse una sportività ancora più marcata. 



La BMW Z3 M è forse l’ultima vera auto sportiva ad essere costruita secondo i concetti di un tempo. Guidandola vengono in mente le vecchie AC Cobra, le Austin Healey 3000, le Corvette C2 427 e tutta quella schiera di auto difficili ma carismatiche che oramai non ci sono più. Viene da sorridere se si pensa a come il mondo sia cambiato negli ultimi 20 anni: chi aveva apprezzato i piaceri della BMW Z3 M, criticava le virtù della BMW Z4 M, più evoluta in fatto di elettronica. Oggi tutto questo non c’è più, ma possiamo viverlo assaporando delle auto che hanno fatto parlare di sé, nel bene e nel male.

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