50 ANNI BMW M

07/09/2022

 

5 decadi di passione, adrenalina e puro piacere di guidare. BMW M compie 50 anni e per festeggiare, BMW Italia ha organizzato “We Are M Tour”, un roadshow dedicato alle vetture più potenti della Casa di Monaco, che il 7 ed 8 settembre presso la sede di Brescia promette di regalare emozioni agli appassionati che affluiranno in Concessionaria per provare alcune delle BMW M attualmente in gamma.

La storia di BMW M – la lettera più potente al mondo – inizia il 24 maggio 1972 con la fondazione di BMW Motorsport GmbH. Nessuno poteva immaginare quanto sarebbe diventata una storia di successo unica nel suo genere, capace di riunire e professionalizzare ulteriormente tutte le attività sportive di BMW. La BMW 3.0 CSL di nuova concezione vinse il Campionato Europeo Turismo del 1973. Da allora, BMW M ha percorso molte tappe fondamentali nei campi del motorsport, della tecnologia e del design.



“Un’azienda è come un essere umano. Finché è sportiva, in ottima forma, ben addestrata, piena di entusiasmo e performante”. Queste erano le parole pronunciate nel lontano 1972 da Robert A. Lutz, Membro del Consiglio di Amministrazione di BMW AG per le Vendite. Erano le parole usate per battezzare la più giovane sussidiaria di BMW di allora, la BMW Motorsport GmbH. Oggi l’azienda si chiama BMW M GmbH, ma è in forma, ben addestrata, piena di entusiasmo e performante quanto lo era 50 anni fa.

I primi Anni Settanta videro l’inizio di una nuova epoca per BMW: un nuovo e giovane Consiglio di Amministrazione sotto la guida di Eberhard von Kuenheim si era proposto di rafforzare strategicamente l’azienda e di perseguire il suo duraturo successo. Questo implicò la costruzione di un nuovo headquarter – il leggendario edificio conosciuto come BMW Quattro Cilindri – nonché la costituzione di una propria Divisione Sportiva all’interno della stessa BMW. 



Infatti, la domanda e le opportunità non ancora sfruttate superavano di gran lunga i potenziali e le capacità dell’ex Reparto Sportivo. BMW Motorsport GmbH venne fondata il 1° maggio 1972 per affrontare queste sfide. Il General Manager di questo team di specialisti, originariamente composto da 35 dipendenti, era Jochen Neerpasch, ex pilota ufficiale Porsche e Direttore di Gara di Ford a Colonia prima di spostarsi a Monaco.

La nuova azienda fu in grado di trasferirsi in una propria sede soltanto dopo qualche mese, con le officine di preparazione e quelle della produzione dei motori, macchine utensili e dinamometri motori tutte installate nelle immediate vicinanze dello stabilimento BMW di Monaco in un sito di oltre 8 mila metri quadrati in Preussenstrasse. Fu qui che videro la luce le auto sportive per il 1973 nonché un nuovo touring coupé descritto in un primo momento da Jochen Neerpasch con parole molto chiare: “Dal momento che il 1973 è stato il nostro anno di partenza, non ci aspettavamo di vincere subito quel Campionato Europeo”. La denominazione della nuova vettura fu 3.0 CSL. Le portiere e i cofani erano realizzati in alluminio, il cambio a cinque velocità presentava un alloggiamento in magnesio. Il peso complessivo era di 1.092 kg. Ma il vero punto di forza si trovava sotto il cofano, un sei cilindri in linea da 3.340 cc con 12 valvole e 360 CV, iniezione diretta di carburante ed un rapporto di compressione di 11:1. 



BMW Motorsport GmbH iniziò la stagione 1973 perfettamente preparata, non solo in termini tecnici. Anche i piloti erano in ottima forma, con Jochen Neerpasch che portò l’intera squadra di piloti ad una stagione di “messa a punto” a St. Moritz. Qui, in questo paradiso svizzero per sciatori, l’intero team ricevette il tocco finale da un istruttore sportivo e da uno psicologo dello sport. Anche allora, nei primissimi anni, BMW dava la massima importanza all’ottimizzazione dell’interfaccia uomo/macchina.  

Questa fu la squadra che BMW Motorsport GmbH portò in pista nella stagione 1973. E non fu soltanto la 3.0 CSL coupé a riempire i titoli dei giornali fin dall’inizio: per la prima volta, un team completo da competizione, dal veicolo che trasportava le vetture alla targhetta delle chiavi, sfoggiava lo stesso design.



Questo design era costituito da tre strisce di colore, blue, viola e rosso, su fondo bianco “brillante” che hanno caratterizzato l’aspetto di BMW Motorsport fino ad oggi.
Le coupé CSL con questi colori, presto riconosciute da tutti gli addetti dello sport motoristico, erano imbattibili. Hans-Joachim Stuck e Chris Amon portarono a casa il Touring Car Grand Prix al Nürburbring già alla loro prima uscita. BMW fu vincitrice assoluta della categoria turismo nella 24 Ore di Le Mans.

La 3.0 CSL dream coupé, nella sua spettacolare livrea da gara, divenne di conseguenza la touring car di maggiore successo del momento, vincendo il Campionato Europeo sei volte tra il 1973 ed il 1979 e dominando la scena internazionale delle touring car per quasi un decennio. La BMW 3.0 CSL era pionieristica non soltanto per il suo design colorato, ma anche per tutta una serie di significative innovazioni tecniche: innanzitutto, dal 1973 era spinta dal primo motore BMW di sempre con sei cilindri e quattro valvole per cilindro. In secondo luogo, dal 1974 presentava un sistema prototipo di frenata antibloccaggio, molto prima che questa innovazione diventasse tecnologia standard sulla BMW Serie 7. E alla fine della sua carriera, con la configurazione di coupé turbo, la 3.0 CSL sviluppava una potenza massima che arrivava a 800 CV. Nel 1976, BMW Motorsport GmbH mandò in pista la più potente auto touring di BMW con Ronnie Peterson al volante; questa eccezionale versione della CSL montava un propulsore biturbo da 3,2 litri con una potenza volutamente ridotta a 750 CV.



Verso la fine degli Anni Settanta, BMW Motorsport GmbH si concentrò quasi esclusivamente sulla costruzione di auto da corsa. La nuova BMW 320, entrata nel Gruppo 5, per esempio, continuò il grande successo della Serie 02. Molti clienti affezionati – non soltanto piloti di professione ma anche appassionati BMW nella vita di tutti i giorni – cercavano l’ M Power sulle strade normali ed è per questo che nacque la prima Serie 5 “hot” a partire dal 1974: la 530, la 533i e la 535i. Infatti, queste vetture erano superiori alle loro gemelle di serie, non soltanto in termini di motori, ma anche per la tecnologia utilizzata per le sospensioni e i freni, oggetto di attenzione particolare da parte degli ingegneri di BMW Motorsport GmbH. Berline “regolari”, quasi “normali” a prima vista, divennero quindi le prime quattro posti ad alte prestazioni a rivoluzionare il mondo delle auto sportive, grazie alla loro tecnologia sofisticata. Inizialmente, queste vetture vennero costruite e vendute soltanto in piccole quantità; ma presto la filosofia legata alle prestazioni divenne sempre più popolare. Alla fine del 1980, erano state vendute 895 unità derivate dalla prima Serie 5.



Il progetto successivo era orientato alla produzione della prima auto da competizione costruita da Motorsport GmbH e non derivata da un modello di serie: la BMW M1. Mentre BMW costruiva le componenti tecniche, la Lamborghini era incaricata di fornire la carrozzeria ed il telaio. Tuttavia, i problemi finanziari di Lamborghini portarono a ritardi notevoli. Infine, venne realizzata una nuova filiera produttiva e la costruzione della BMW M1 diventò qualcosa simile ad un puzzle. Il telaio veniva realizzato da Marchesi, la scocca in plastica rinforzata con fibra di vetro era realizzata dalla T.I.R, entrambe aziende con sede a Modena. La società ItalDesign di Giorgio Giugiaro le assemblava e provvedeva alla loro finitura interna. Le vetture venivano quindi trasportate a presso lo stabilimento della Baur che installava tutte le componenti meccaniche.



Jochen Neerpasch, Managing Director di Motorsport GmbH, si unì a Bernie Ecclestone e a Max Mosley per creare la Serie ProCar come gara d’apertura nella maggiore parte dei Gran Premi europei di Formula 1 durante la stagione 1979/80.



Poiché il requisito minimo di produzione per l’omologazione nel Gruppo 4 della FIA era di 400 unità, la bassissima M1 a motore centrale alta appena 1,14 metri venne costruita anche come modello stradale. La prima vettura con la famosa lettera “M” fece il suo debutto sul mercato. Il prezzo della M1 da 277 CV era, nel 1978, di 100 mila marchi; ma la domanda superò di gran lunga l’offerta. Quando, dopo un anno, furono completate 130 vetture, c’erano ancora più di 300 ordinazioni in attesa. Fin dall’inizio, la M1 era l’auto sportiva stradale più veloce costruita in Germania, secondo le rilevazioni di un’importante rivista automobilistica: in una prova condotta nel 1979, l’M1 raggiunse una velocità massima di 264,7 km/h. “Si deve soltanto cambiare dalla quarta alla quinta a 213 km/h e quindi accelerare a fondo per raggiungere la massima velocità”, a giudizio dei collaudatori. 



Eppure questo era poco rispetto alla versione da corsa: sviluppando 470 CV, la versione ProCar aveva una velocità massima di ben oltre 300 km/h. Fu su una di queste vetture che Niki Lauda, già due volte vincitore del Campionato di Formula 1, fece la sua grande apparizione nel 1979, vincendo tre delle otto gare M1 ProCar e finendo secondo in un’altra occasione.



Motivata dal grandissimo successo dell’M1 e dalla sua grande immagine, la Motorsport GmbH decise di costruire un altro modello: partendo dalla Serie 5 normale, gli ingegneri svilupparono e costruirono l’M535i nel 1980, mutuando il sei cilindri due valvole dalla 645CSi con la potenza di 218 CV.



Jochen Neerpasch lasciò la Motorsport GmbH nel 1980, sostituito da Dieter Stappert che prese il posto di Direttore del Reparto Corse. Paul Rosche, a sua volta, che era stato responsabile dei motori da gara BMW fin dal 1969, fu nominato Direttore Tecnico. Fu proprio Paul Rosche che divenne il protagonista quando BMW decise, nei primi Anni Ottanta, di dimostrare il suo potenziale anche ai vertici dell’automobilismo sportivo: nell’aprile 1980, BMW annunciò ufficialmente il suo ingresso nella Formula 1, dando agli ingegneri della Motorsport GmbH il via per lo sviluppo del primo motore BMW di Formula 1. Partendo da un quattro cilindri di soli 1.500 cc di derivazione di serie, il team di specialisti con il “mago” dei motori Paul Rosche creò un propulsore di Formula 1 dalla potenza incredibile di 800 CV. Il segreto che si celava sotto queste prestazioni era costituito dall’abbinamento della tecnologia a 16 valvole con un turbocompressore, concepito per la prima volta per la Formula 1 dalla Digital Motor Electronics.



La prima auto di prova fu messa in pista dopo soltanto un anno e nel 1982 Brabham partecipò al primo Gran Premio con un motore BMW. Fin dall’inizio, questo propulsore turbocompresso dimostrò la sua supremazia in pista, con il trionfo più grande che avvenne nel 1983: soltanto 630 giorni dopo il debutto del motore BMW di Formula 1, il pilota brasiliano Nelson Piquet vinse il Campionato Mondiale al volante di una Brabham BMW. Fino al 1987, con questa fantastica vettura, BMW vinse un totale di 9 Gran Premi.



Nel 1984, la Motorsport GmbH colpì ancora, specialmente tutti gli appassionati di auto sportive ad alte prestazioni: il sei cilindri in linea con quattro valvole dagli alti regimi originariamente presente sulla M1 fece la sua apparizione sulla M635CSi Coupé e sull’M5. L’M5 in particolare, costruita in Preussenstrasse, divenne presto una leggenda nel mondo dei motori: l’M5 era un vero “lupo vestito da pecora”, con una potenza di 286 CV che superava per quasi tre volte quella della 518i. Mentre a prima vista l’M5 poteva difficilmente essere distinguibile dalla sua gemella di serie, la sua velocità massima di 245 km/h sorprendeva molti guidatori di grandi berline e di auto sportive quando l’M5 li lasciava al palo, nonostante tutti i loro sforzi di tenere il suo passo. Nacque così il termine “Executive Express”.



Dopo aver completato le sue attività nella Formula 1, la Motorsport GmbH concentrò tutte le sue energie sulle gare per auto touring. Nel 1986 ciò portò alla nascita della BMW M3, una berlina sportiva compatta a due porte che rappresentava il primo sviluppo parallelo della BMW nella produzione in serie e nello sport motoristico: la versione stradale, che richiedeva una produzione di almeno 5 mila unità nel giro di un anno per l’omologazione come auto turismo, era fin dall’inizio concepita per le gare e allestita in tutti i sensi per rispettare i regolamenti del Gruppo A. Poiché gli impianti in Preussenstrasse non erano in grado di gestire l’enormità dei compiti richiesti, la Motorsport GmbH si trasferì nella sua seconda sede di Garching, un sobborgo di Monaco, nel 1986.



Il risultato fu un grande successo per BMW sotto ogni punto di vista. Fin dall’inizio, l’auto da corsa di colore bianco brillante nella livrea BMW Motorsport portò a casa, in rapida successione, vittorie, trofei e titoli: nel 1987, il pilota italiano Roberto Ravaglia vinse il Campionato Mondiale Touring Car al volante di una BMW M3.



Sviluppando una potenza massima di 195 CV con il suo motore quattro cilindri e 16 valvole, con convertitore catalitico di serie, questa berlina dalle alte prestazioni divenne da quel momento il benchmark nel mondo dello sport motoristico.



Nei successivi cinque anni, l’M3 fu leader incontrastata sulla scena internazionale delle auto touring, portando a casa due Campionati Europei Touring Car, la vittoria nel Campionato Tedesco Touring Car (DTM) per due volte, nonché un gran numero di altri eventi e campionati internazionali, diventando così l’auto touring di maggiore successo.
L’M3 ebbe altrettanto successo come auto stradale per i clienti, raggiungendo un volume di vendite che nessuno si sarebbe aspettato: le vendite della prima BMW M3 raggiunsero più di 17.970 unità, compresi 600 modelli M3 Sportevolution da 2,5 litri, nonché 763 M3 cabrio costruite a mano. L’M3 dimostrò anche che le prestazioni sportive e le esigenze della protezione ambientale non sarebbero state necessariamente in contraddizione fra loro, in quanto l’M3 offriva uno standard di economia di consumi senza eguali, considerando la sua potenza e le sue prestazioni.



Oggi BMW M3 arrivata alla sesta generazione, è una berlina sportiva ad alte prestazioni da 510 CV, disponibile per la prima volta sia con trazione posteriore, che con l’innovativa trazione integrale BMW M xDrive, ed è affiancata dalla sorella BMW M4, nelle varianti di carrozzeria Coupè e Cabriolet.



In anteprima, in occasione del “WE ARE M TOUR” ha debuttato in questi giorni l’inedita BMW M3 Touring che combina sportività, carattere deciso e versatilità. Equipaggiata con il medesimo propulsore sei cilindri in linea da 510 CV con tecnologia M TwinPower Turbo, cambio M Steptronic a otto rapporti con Drivelogic e  sistema di trazione integrale M xDrive, garanzia di perfetto equilibrio fra prestazioni e comfort, sarà lanciata sul mercato nell’Autunno 2022.



In occasione delle celebrazioni per il suo 50° anniversario, BMW M GmbH ha presentato inoltre un'auto in edizione speciale destinata a diventare una vera icona: la nuova BMW M4 CSL che fonde la più classica passione per le corse con tecnologie all’avanguardia, creando un'esperienza di guida inimitabile. "CSL" è l'acronimo di "Competition, Sport, Lightweight" (Competizione, Sport, Peso Leggero) e si riferisce al ruolo cruciale del design a peso ridotto per il raggiungimento del successo nel motorsport. 



BMW M4 CSL è la degna erede della mitica BMW 3.0 CSL, vincitrice del Campionato Europeo Turismo nel 1973 già alla prima stagione, e della BMW M3 CSL del 2003, nella quale la ricerca della leggerezza era spasmodica: lunotto posteriore alleggerito, tetto, console centrale e pannelli delle portiere realizzati in plastica rinforzata con fibra di carbonio, per consentire al 6 cilindri da 360 CV di percorrere il famoso Nordschleife del Nürburgring in 7 minuti e 50 secondi, tempo che era eccezionale per questa classe di auto. 

L’offerta BMW M risponde oggi ad ogni esigenza degli automobilisti più appassionati. Oltre alla nuovissima BMW M3 touring,  la gamma BMW M comprende infatti vetture a 6 cilindri ed 8 cilindri, con potenze fra 480cv e 625cv. BMW M3 berlina, BMW M4 Coupè e BMW M4 Cabriolet, BMW M5 berlina, BMW M8 nelle varianti Coupe’, Grancoupè e Cabriolet, nonché i potenti e versatili SAV BMW X3M, BMW X4M, BMW X5M e BMW X6M.

BMW M sta preparando tante altre novità, vi aspettiamo nei nostri showroom di Brescia e Desenzano del Garda per scoprirle e provarle su strada.

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