BMW M3 E36: “la prima a 6“

08/02/2022

 

La BMW E36 è stato un modello di rottura per l’egida M3, in quanto è stata la prima ad essere spinta da un motore sei cilindri. L’immagine del marchio dell’elica è da sempre associata ai motori 6 cilindri in linea: l’erogazione fluida e la potenza unita all’assenza di vibrazioni è da sempre il tratto distintivo delle BMW più classiche. 



La terza generazione dei motori a sei cilindri debuttò all’inizio del 1990 e aveva poco in comune con la serie precedente. Si trattava di un motore estremamente compatto e robusto, frutto di una progettazione intelligente e volta alla razionalizzazione della produzione. Di fatto, la terza generazione di sei cilindri BMW fu una base ottima per lo sviluppo di numerosi modelli sia della serie 3 che della serie 5 per gli anni a venire. Con questa famiglia di motori fece la sua prima comparsa il sistema VANOS, ovvero il comando elettronico che varia l’alzata delle valvole, sistema che ha posto le basi per lo sviluppo dei motori BMW che guidiamo oggi. 



La BMW M3 E36 vide la luce nel 1993 e fu sotto ogni aspetto una vera evoluzione del concetto originario espresso sulla serie E30. Si trattò sotto ogni punto di vista di una vera rivoluzione, in quanto non si trattava più di un’auto strettamente derivata dalle corse, ma una GT vera e propria, più raffinata e decisamente più confortevole. Con una potenza specifica di 96 cavalli litro, la BMW M3 E36 era una vero riferimento per la categoria e ha posto le basi per le future generazioni delle BMW M3 che guidiamo oggi. Inoltre, fu anche la prima BMW M3 ad essere offerta come berlina e con il cambio automatizzato SMG I come optional: decisamente caratteristiche volte più ad un uso quotidiano che in pista!



Considerando tutta l’evoluzione dei modelli BMW M3, la E36 è forse un modello che si colloca in una posizione tutta sua, come modello di passaggio fra l’essenzialità della E30 e l’opulenza della E46 e delle serie successive. È un’auto che racchiude al meglio l’anima di un’epoca, quella degli anni 90, che rappresentò per le auto sportive di quel periodo un momento a cavallo fra l’essere analogico e quello digitale. 
La BMW E36 beneficia sia delle sperimentazioni BMW e Bosch in campo automotive che della conoscenza degli ingegneri della M Division di quel periodo: in sostanza, una BMW M3 come nessun’altra. 



Rispetto alla BMW E30 qui c’è più potenza, più lusso e più vivibilità, ma al contempo c’è ancora quel magnifico feeling di guida puro, senza filtri e senza mezzi termini. E’ un’auto stradale ma genuinamente sportiva e sviluppata per essere una purosangue. Non c’è nulla di meglio che guidare una BMW classica con una vena moderna. 
C’è una soddisfazione intrinseca nel sentire il ringhio metallico del 6 cilindri mentre sale di giri. Ad ogni affondo del pedale dell’acceleratore la lancetta del contagiri schizza verso la linea rossa con una progressione entusiasmante e un crescendo che era ed è ancora unico nel suo genere. 



A livello di guida, la BMW E36 è sorprendentemente simile alla E30. È inequivocabilmente una sportiva a trazione posteriore e mantiene un comportamento esemplare e che fa innamorare il suo pilota più di quanto non immaginasse. Mantiene quel magico bilanciamento e quella vera sensazione di leggerezza nei cambi di direzione rapidi, tipica delle auto sportive degli anni 70 e 80. 



Guidandola si capisce come sia stato possibile per BMW venderne quattro volte tanto rispetto la E30. Intuitiva, comoda, entusiasmante, e dotata della trinità per chi ama la guida: cambio manuale, motore aspirato e trazione posteriore. La prima BMW M3 a 6 cilindri è stata una vera rivoluzione.

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